#tellusyourstory – Storia n. 8

pp1L’ottava storia del progetto #tellusyourstory e nuovamente una storia anonima. Quando la violenza supera il limite del tollerabile, sempre che si possa presumere un limite entro il quale sopportare il dolore, ecco che diventa difficile raccontarsi guardando negli occhi chi ascolta, gridando la propria rabbia e la propria sofferenza senza nascondersi. Eh si, perché nella nostra società quando sei una vittima, la prima sensazione che emerge, e qui mi baso sulle nostre storie, è la vergogna. Com’è possibile che una persona che vive un’oppressione e un tormento dovuto a un abuso senta la necessità di nascondersi, invece l’autore di tale oscenità senta di poter circolare liberamente forte di tale paura? Ci rendiamo conto che queste cose succedono oggi, in Italia nel 2018? Pensiamo per esempio al caso di quella ragazza siciliana, ma che dico, BAMBINA, vittima di violenze inumane per anni, e poi giudicata da tutto il paese, tanto da desiderare di andarsene come se fosse la colpevole? Coloro che trovano la forza di denunciare, di dire basta a chi fa loro del male sono i veri guerrieri di oggi, sono persone che hanno una forza interiore così immensa, da fermare una forza fisica che esternamente le schiaccia. Questa è la storia che la persona protagonista del nostro ottavo racconto ci ha raccontato. Una ragazza che ha scelto di non identificarsi, per via delle ferite ancora troppo aperte, ma che ha sentito il bisogno di dire basta, attraverso la sua voce a me, attraverso le sue parole a tutto coloro che leggeranno la sua storia. Troppo spesso la violenza viene da uomini che sentono di avere il potere nelle loro mani, in quanto uomini, maschi, forti della loro prestanza fisica e dell’autorità che la società conferisce loro in quanto tali. Una società che ogni singola voce come quella di questa ragazza, nata e cresciuta all’estero e in Italia da oltre otto anni, può aiutare a cambiare, spezzando un modello dominante e discriminante.

Ringraziamo di cuore questa meravigliosa ragazza per il suo coraggio! Di seguito il suo racconto.

Mi sono domandata più e più volte se partecipare a #tellusyourstory di Peace Words, chiedendomi se veramente fossi pronta a raccontare la mia storia e alla fine mi sono decisa, ho deciso che attraverso le mie parole potrei dare forza a chi ha vissuto un’esperienza come la mia. Mi sembra ieri se ci penso e le ferite nel cuore sono così fresche che solo il pensiero mi fa rabbrividire. Ricordo ogni singola violenza che quell’uomo maledetto ci ha fatto subire. Noi, cresciuti senza un padre…e poi all’improvviso ecco che entra nelle nostre vite questo mostro camuffato da brava persona: mia mamma aveva conosciuto uomo che sembrava meraviglioso inizialmente e noi eravamo felicissimi: finalmente avevamo qualcuno da chiamare padre. Lui si era mostrato in principio premuroso, sempre disponibile e ci faceva sentire speciali, ma poi, piano piano, ha iniziato ad alzare la voce. Non era più quell’uomo tenero che avevamo conosciuto, era diventato un mostro. Aveva iniziato a insultare mia madre anche per motivi più banali, poi ad alzare le mani…in poco tempo erano botte di continuo. Il mondo mi è cascato addosso, ero la più grande e quindi capivo esattamente cosa stesse succedendo. Lui trattava male solo mia madre i primi periodi e poi un giorno ha iniziato a picchiare anche noi, ci metteva le mani addosso per i motivi più banali, come quando ci mandava a comprare le sigarette e avevamo un minuto di ritardo.

Non avevamo tanta scelta eravamo costretti a rimanere in quella casa, che per me non è mai stata ‘casa’. Quella stessa casa in cui ho visto mia madre piangere in un angolo disperata e senza speranza. Io la pregavo continuamente di scappare e di portaci via, ma lei non poteva perché era preoccupata per il nostro futuro e aveva paura di non farcela da sola a mantenerci…e quell’unica volta in cui ha provato a scappare lui l’ha minacciata di ammazzarci tutti. Niente…continuavamo a subire in silenzio e non era nemmeno possibile l’idea di denunciarlo perché lui sarebbe rimasto a piede libero (la legge non sempre funziona e specialmente in questi casi). Avevamo sempre più paura, quell’uomo che doveva farci sentire amati, protetti, coccolati, valorizzati ci faceva sentire insicuri e terrorizzati. Il tempo passava e mi chiudevo sempre più in me stessa, non avevo più amiche, non mi fidavo più di nessuno. Quando vedevo un uomo, iniziavo a tremare e in quel periodo della mia vita pensavo che tutti gli uomini fossero uguali e che mi potessero fare del male.

Avevo ormai quindici anni, ma scacciavo qualsiasi ragazzo si avvicinasse a me addirittura arrivando a minacciarli di denunciarli pur di allontanarli e questa storia era andata avanti fin quando mi hanno iscritta a un collegio. I professori della mia scuola erano diversi, erano gentili e da quel momento ho cominciato a pensare che forse non erano tutti uguali gli uomini e che mia mamma aveva trovato uno di quelli più bastardi. A partire da quell’anno sono rimasta lontana da quella casa per la maggior parte del tempo, anche perché cercavo di stare sempre più tempo a scuola che a casa e questo mi aveva aiutato molto a liberarmi dai pensieri tristi pur sapendo che a casa c’erano mia madre e il mio fratellino. Quando tornavo a casa provavo la sensazione di tornare in quella bolla fatta di paura. Questo finché un giorno tornando a casa per la pausa estiva, dopo la chiusura della scuola, dopo ben tre mesi che non rientravo ho trovato una mamma diversa: si, era diversa, perché finalmente dopo averlo denunciato più volte con tutta la sua forza era riuscita a cacciarlo via dalla sua vita, anzi dalle nostre vite…quell’uomo maledetto!

E come per magia si respiravano di nuovo la libertà nell’aria e la voglia di vivere, in quella casa nuova dove lui non poteva più stare. Finalmente era fuori delle nostre vite, mia madre era uno splendore, sorrideva mi sembrava di essere rinata. Non mi sembrava vero, era tutto finito, ma la verità è che non finirà mai, perché alcune ferite sono così profonde che basta un ricordo per risvegliare tutti quei brutti momenti. Non avrei mai creduto che ci saremmo potuti liberare da quell’uomo e invece è successo, anzi sarebbe stato meglio che succedesse un po’ prima, perché lui ci ha fatto davvero troppo male per troppi anni.

La libertà ha un sapore dolce, trovate la forza di liberarvi dal male, il male che uccide in primis psicologicamente e poi fisicamente.

 

 

 

 

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